Scritti e testimonianze
Lettere e scritti di Giorgio La Pira
Alcuni scritti di Giorgio La Pira
Brani dalla lettera a Salvatore Quasimodo s.d. ma del gennaio/febbraio1922
gennaio/febbraio1922
Carissimo Totò
…E tu lo crederai, Totò, lo crederai perché tu sai che pure il mio affetto per te è infinito: più che l’affetto di un fratello è il sentimento di potere volere bene a uno come te: così grande, così sensibile, così poeta e pure così trasportato dalle onde della vita verso orizzonti pericolosi e di sofferenza. Tu hai molto sofferto caro Totò, molto: e tutte le cose han congiurato quasi contro di te: certo la colpa è tua, ma fino ad un certo punto, ché io mi ricordo, ricordo con troppa commozione quelle lagrime così intense che qualche volta io ti vidi sulle tue ciglia: lagrime che venivano dal profondo del cuore quando una qualsiasi impressione ti riportava a tua madre: a tua madre che soffriva per te e tu che penavi così fortemente per Lei.
Dramma molto sentito il tuo: caro Totò, dramma che io ho visto, che ho sentito e che ho sentito quanto ti fosse penoso sopportare. Ebbene, oggi, dopo tanto tempo io vengo a te e ti porgo la mia mano: è la mano di un amico prendila e stringila forte e poi ridiverremo gli amici, i confidenti, i fratelli: forse ne le tue ore più tristi ti sarà dato ancora di poter rivolgere l’animo tuo ad un amico che ti intende e che ti vuol bene.
Ti meraviglierai di questa mia improvvisa esplosione: ebbene non ti sembri strano: or ora finisco di leggere le tue poesie e avrei voluto averti vicino per chiamarti anche io Seminatore di candide leggende, tu che ne hai seminato di così belle, di così infinite! ….
Giorgio