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Fondazione Familiare Giorgio La Pira
«Abbattere ovunque i muri e costruire ovunque i ponti... questa è la sola inevitabile prospettiva politica dell'età spaziale e atomica»

Scritti e testimonianze

Riportiamo solo alcune delle numerose testimonianze raccolte su Giorgio La Pira

 


 

LA PIRA: UN FRATICELLO IN COMUNITÀ

(da Voci Fraterne giugno 2004)

In occasione del centenario dalla nascita di La Pira Voci Fraterne dell’Istituto Salesiano di Pedara ha pubblicato nel giugno 2004 la testimonianza di Don Luigi Ricceri, defunto Rettor Maggiore dei Salesiani, su Giorgio La Pira, il profeta cristiano della pace tra i popoli, che nel 1936 fu ospite, per tre mesi, dell’Istituto pedarese. «La nostra amicizia nacque in Sicilia in occasione di certi ritiri e convegni di studio dei nostri giovani di Azione Cattolica. Siamo negli anni ’30. Giorgio La Pira, giovanissimo vincitore di cattedra, già allora dimostrava la misura germinale ma ben chiara di quella che sarebbe stata più tardi l’immagine originalissima e carismatica della sua testimonianza cristiana in Italia e nel mondo. Evangelicamente, col suo sorriso disarmante, si presenterà dinanzi a chiunque, si chiamasse Nasser o Stalin.Durante un corso di spiritualità da lui condotto, ebbe un collasso con conseguente esaurimento depressivo. I medici ordinarono assoluto riposo in luogo tranquillo. Dati i rapporti di amicizia che si erano già stabiliti fra noi due, gli proposi di trascorrere quel periodo in una nostra Casa tuffata tra il verde riposante dei castagni e dei vigneti, a Pedara sulle pendici dell’Etna. Accettò. Senza alcuna difficoltà si sistemò subito come un fraticello nella comunità (accolto dal direttore Don Andronico).Era però ben diverso, non solo per il direttore ma per tutti, quando La Pira stava in cappella.Era impressionante il fatto che per tante ore lo si trovava in un angolo, tutto raccolto: pregava,o meglio,contemplava. Già allora nutriva lì la radice vitale di quella fede che lo renderà sempre più evidentemente un cristiano senza macchia e senza paura, capace delle iniziative più ardite sino al limite dell’utopia”, quella del Vangelo. Superata felicemente la crisi, La Pira riprese la sua attività culturale e insieme apostolica con la descrizione suggerita dal momento storico che si viveva. I nostri rapporti si fecero sempre più intensi, anche per la comune radice sicula; ed egli si inserì sempre più decisamente nel mondo salesiano, acquistando un’approfondita conoscenza di Don Bosco e della personalità profetica, come mi ripeteva, del nostro fondatore. Anche quando balzò sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, non dimenticò mai gli amici salesiani, ma anzitutto Don Bosco, e... il sottoscritto. Il 31 gennaio di ogni anno, dovunque si trovasse nei suoi viaggi per il mondo quale profeta cristiano della pace tra i popoli, mi faceva pervenire il suo telegramma, sempre originale nel mettere in luce qualche nuovo aspetto da lui scoperto nella santità di Don Bosco».

 

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